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21/09/2016
Racconti di viaggio: Safari dalla Namibia alla Tanzania, in piena stagione delle piogge

Da Windhoek, in Namibia, sono partito per il Botswana con una simpatica famiglia di clienti svizzeri. Primo stop: il parco Chobe.
In primavera la stagione delle piogge in quella parte d’Africa è al suo apice, quindi il safari pomeridiano è stato “battezzato” da vere e proprie bombe d’acqua, da quelle parti la norma. Lo Zambesi stava gonfiandosi e le cascate, viste dall'alto, sono risultate belle gonfie d’acqua, con la tipica colonna di spruzzi che saliva per svariate decine di metri.

Proseguendo verso nord siamo andati nel South Luangwa, ospiti della sempre suggestiva e accogliente Luangwa House, una vera villa immersa nel bush selvaggio visitata da babbuini, elefanti e giraffe che tranquillamente transitavano ai bordi del giardino “di casa”. È incredibile come la stagione delle piogge cambi completamente il volto di luoghi che sono abituato a visitare quando di acqua non c’è quasi traccia: il Luangwa era veramente gonfio, tanto che le lagune a ferro di cavallo a lato del corso principale erano popolate da verdissime piante acquatiche.
Nonostante l’altezza significativa dell’erba della savana, il Luangwa e l’abile Jacob, amico e guida storica della vallata, non hanno disatteso le aspettative per il safari: io e i clienti abbiamo avuto la fortuna di effettuare ottimi avvistamenti di leopardi, quasi comunicassero con Jacob per raccontagli dove si stavano nascondendo. Di sicuro, senza di lui non ne avremmo visto neppure uno.

Con un grande balzo siamo arrivati a Kigali, Rwanda.
I ricordi del genocidio erano ovviamente vivi in noi, all'arrivo eravamo quindi un po' prevenuti salvo essere smentiti dalla realtà incontrata, quella di un paese tranquillo, ordinato e con una grandissima voglia di proiettarsi verso il futuro. Pare che il governo di riconciliazione abbia fatto un lavoro incredibile, e le persone siano davvero riuscite a lasciarsi alle spalle gli orrori di quella pazzia.
Il Rwanda è anche il paese delle mille colline, e aggiungo io del milione di terrazzamenti, tanto che le due ore di strada che ci hanno portato al successivo lodge sono risultate piacevolissime, attraverso verdi paesaggi rurali con coltivazioni a terrazza, e patate, piselli, banane e in ogni metro di collina. Arriviamo al cospetto dei monti o, meglio, dei vulcani Virunga, alcuni ancora fortemente attivi, divisi tra Rwanda, Uganda e Congo; il lodge è di ottimo livello, soprattutto è accogliente.
Per questa volta non partecipo al trekking per incontrare e osservare i gorilla di montagna ma i volti, le fotografie e i racconti dei miei passeggeri offrono una significativa testimonianza su quanto sia sempre positiva l’esperienza nel venire quasi a contatto con primati tanto straordinari.

DI qui il salto non è lungo ed eccoci arrivare nel Serengeti. Mi aspetto di trovare le grandi mandrie del Serengeti centrale e opto quindi per uno dei campi stagionali di Asilia; dall’aria avvistiamo gli gnu, rassicurandoci sul fatto che, seppur non esattamente dove ce li aspettavamo, le grandi mandrie non sono comunque lontane.


Buon viaggio e a presto per la seconda tappa!!



Andrea