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Racconti di viaggio: Via veloci da Addis Abeba a Broome!
06/10/2016
Racconti di viaggio: Via veloci da Addis Abeba a Broome!
Salutati i quattro passeggeri che ho guidato fino ad Addis ritrovo un caro amico, ottimo pilota, con il quale affronterò a
tappe quasi forzate
i prossimi territori, per me nuovi: da
Addis Abeba
si deve infatti arrivare in pochi giorni a
Calcutta
.
Ci lasciamo la capitale etiope alle spalle e con quasi
5 ore di volo
raggiungiamo
Port Sudan
. Sotto di noi, l’altopiano lascia spazio a immense
pianure selvagge
e verdeggianti, che poco per volta si tramutano prima in
boscaglia
, poi in un
deserto
da cui, di colpo, spunta la nostra meta, una
città portuale
affacciata sul
Mar Rosso
. Da qui è la volta della
penisola arabica
.
Sotto di noi, inaspettatamente, non vediamo un grande mare di sabbia, ma
grandi pianure brulle
, spesso ricoperte da
antichissime colate di lava
. La capitale
Riyad
è nel cuore del deserto, avvolta dalla foschia, con
complessi residenziali
precisi e ordinati.
In aeroporto ci sono tre terminal: quello dei voli di linea, quello degli aerei privati, e in mezzo, il
terminal reale
. Atterrati, veniamo parcheggiati davanti ad un
Boeing 777
di proprietà di uno dei principi locali, chissà se dentro c’è anche la
piscina
…
Siamo accolti da una
Bentley
con la quale veniamo trasferiti al terminal; di certo nulla qui è regalato. Siamo piuttosto noi a fare un regalo: i
temporali
e il ghiaccio sulle ali in uscita da Riyadh sono inaspettati, come inaspettate sono le piogge che troviamo a
Muscat
.
Pare
non succedesse da svariati decenni
! Potremmo anche farci pagare per aver portato tanta pioggia...
Lasciata la penisola araba, ci aspettano
tre ore di volo sul mare
per raggiungere la
costa pakistana
e atterrare in notturna a
Karachi
. L’aeroporto è tristemente circondato da
torrette di guardia
con
mitragliatrici
spianate verso il possibile pericolo esterno di attentati. Noi andiamo a sistemarci per la notte nella
lounge del terminal
dei voli di linea; il mattino seguente ci aspetta l’intera traversata del
subcontinente indiano
.
Quello che colpisce da queste parti è la
grandezza dei delta
dei fiumi; non ne conosciamo i nomi ma sono
immensi
, e il riflesso del sole svela come per decine, se non
centinaia
,
di chilometri
il territorio ai bordi dei fiumi sia comunque
allagato
. Una sosta carburante a Nagpur ed è la volta di
Calcutta
.
Una volta a terra, per me che non sono mai stato in
India
,
lo
shock culturale
è grosso. Ho già visto il
caos
in tanti altri Paesi, ma qui la
povertà
e la
mancanza
di igiene sono
ben oltre ogni esperienza
precedente: mi colpisce in particolare vedere persone che si
lavano nelle pozzanghere fangose
lungo la strada. La strada passa a tratti a lato di quartieri da
girone dantesco
.
Se penso che l’India è ormai una delle
potenze dell’economia
mondiale, mi indigno per come il mondo sia davvero
fatto storto
.
Da Calcutta la rotta è più o meno diretta verso
Broome
dove, in compagnia di altri 4 amici, termina la terza tappa di questa traversata; passiamo prima da
Yangoon
, dove facciamo solo carburante.
L’aeroporto riflette il grande
sviluppo
che la
Birmania
sta avendo: decine e decine di aerei di linea palesemente dedicati ai molti turisti che hanno scoperto questo splendido paese sono pronti a partire, diretti in luoghi quali
Mandalay
,
Bagan
e il
lago Inle
.
Da Yangoon seguiamo la costa della penisola della
Thailandia
, ammirando il
dedalo di isolotti
che la costeggiano. Sicuramente
spettacolari scenograficamente
, devo dire che dall’aria il colore del mare non tradisce l’aspettativa di quelle tonalità intense tipiche delle
acque limpide
, esattamente come accade nel Mediterraneo. Doppiato
Phuket
atterriamo con le luci del tramonto a
Langkawi
, dove godiamo di un giorno di meritato riposo; prima, un episodio suggestivo: i controllori di Phuket ci fanno un bellissimo regalo, autorizzandoci a
volare a bassa quota
sopra la famosa
Phi Phi Island
! Qui, i colori sono quelli di un vero e proprio
paradiso tropicale
, con una
laguna acquamarina
nascosta tra i
faraglioni
delle isole.
A
Langkawi
non posso mancare di buttar l’occhio sul Datai e altre
strutture di lusso
, ma devo ammettere che al livello sicuramente elevato delle strutture non è affiancato un pari livello del mare, comunque bello ma tendente al verde, e senza le trasparenze delle Maldive o del Mediterraneo.
Lasciata Langkawi alle spalle arriviamo a
Kuala Lumpur
,
Jakarta
e quindi a
Lombok
. Due i ricordi vivi di queste tappe: le
flotte di pescherecci
, a volte fino a 40 su di un unico filare, che come branchi di lupi setacciano il mare sotto di noi, e la successione di
vulcani
delle
isole indonesiane
, che arrivano proprio fino a Lombok. Anche qui la sensazione è che l’
Indonesia
sia un paese da visitare, per scoprirne le
bellezze naturali
e la
cultura
, ma che non sia poi imperdibile per quanto riguarda il mare. Insomma, verrei domani a farci un tour e a passare magari qualche giorno di relax sulla costa, ma non mi verrebbe mai in mente di venire a fare una vacanza di solo mare.
Dopo tanto volare e dopo aver messo un lungo tratto di
Oceano Indiano
sotto le nostre ali, arriviamo a
Broome
, ridente e sonnolento paesotto nel Nord Ovest dell’
Australia
, porta di accesso al
Kimberley
.
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